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TECNICHE NEL REFITTING: LA SABBIATURA

TECNICHE NEL REFITTING: LA SABBIATURA

Grazie ad un ottimo lavoro di refitting si può dare una nuova vita alle imbarcazioni. Uno dei procedimenti fondamentali è la sabbiatura dello scafo.

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La pulizia delle carene è un intervento di ordinaria manutenzione che si effettua con cadenza annuale al fine di garantire e mantenere una superficie liscia.
Lo scafo, immerso nelle acque, ha bisogno di una cura speciale. Costantemente sottoposto all’azione dell’acqua, del vento e degli organismi marini, necessita frequente riapplicazione del rivestimento protettivo. Questo rivestimento assicura la resistenza all’acqua dello scafo.

Tutte le superficie sommerse infatti sono soggette al “marine fouling“, una colonizzazione di organismi acquatici e alghe che provocano anche incrostazioni delle carena nel tempo.

LA CURA PER GLI SCAFI

La sabbiatura viene utilizzata per rimuovere vernice e ruggine dallo scafo della nave. Il primo passo per capire lo stato dello scafo, evidenzia problemi non visibili ad occhio nudo. La sabbiatura è un termine generico usato per descrivere l’atto di spingere pezzi molto fini di materiale ad alta velocità per pulire o incidere una superficie. La sabbia era il materiale più comunemente usato, ma poiché la silicosi della malattia polmonare è causata dall’inalazione prolungata della polvere creata dalla sabbia, ora vengono utilizzati altri materiali al suo posto.

Uno scafo è composto da vari strati, ciascuno con la sua peculiarità:

  • Gel coat: protegge la fibra;
  • Primer: evita il distacco e la formazione di crepe della vernice antivegetativa. Migliora l’adesione dello strato antivegetativo sul gel coat;
  •  Vernice antivegetativa.

La vernice antivegetativa garantisce e mantiene una superficie esterna dell’opera viva perfettamente liscia.

Ciò farà in modo da ridurre le aderenze scafo/acqua durante la navigazione, favorendo un basso consumo di carburante.

Tra le caratteristiche fondamentali di una vernice antivegetativa abbiamo: la facilità di applicazione, l’efficacia, il rispetto dell’ambiente e la durata.

Immagini Cantieri di Sestri (Genova, ottobre 2014)
Photo © Francesco Rastrelli protected by copyright

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TIPOLOGIE DI ANTIVEGETATIVE

La scelta della giusta antivegetativa va fatta tenendo conto della tipologia della barca, dell’utilizzo della stessa e delle acque in cui si naviga. Imbarcazioni identiche ma ormeggiate in acque marine diverse, daranno risultati diversi.

Esistono due tipi di antivegetativa: a matrice dura e auto levigante.

Antivegetativa a matrice dura

Le antivegetative a matrice dura a differenza delle auto leviganti, agiscono solo chimicamente. Sono consigliate per scafi ad alta velocità, che vengono alati o carrellati spesso. Questo è dovuto al fatto che sono molto resistenti all’abrasione. Rispetto alle antivegetative auto leviganti, quelle a matrice dura hanno costi più bassi.

Antivegetative auto leviganti

Le antivegetative auto leviganti, altrimenti definite autopulenti, idrosolubili o ablative, svolgono una protezione ottimale. Affiancano all’azione chimica, un’azione meccanica che ne aumenta l’efficacia.
Queste pitture sono facili da rimuovere con l’idropulitrice.

Il rinnovamento avviene a livello di micron, pertanto non si corre il pericolo che la pittura si consumi totalmente durante la stagione.
L’unico neo è che non è consigliata per scafi ad alta velocità.

RESTAURO - TENACE II
Interventi Restauro Barche d'epoca, Storia del Cantiere Navale Sestri

RESTAURO BARCHE: IL LAVORO SULLA TUG BOAT “TENACE II”

RESTAURO BARCHE: IL LAVORO SULLA TUG BOAT “TENACE II”

Dalle maestranze del “Cantiere Navale di Sestri“, nel 2007 un restauro d’eccezione per il rimorchiatore, destinato al disarmo, “Tenace II“.

Restauro Tenace II

 

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Una storia lunga più di quarant’anni non è quasi servita alla rimorchiatrice “Tenace II” che ha rischiato il disarmo.
Ma grazie alle maestranze del Cantiere Navale di Genova, è riuscita a scampare al suo destino.
Impossibile che una barca di classe venisse così distrutta senza darle una nuova vita.
Notata dall’architetto milanese Matteo Picchio, la nave è stata commissionata al Cantiere. Così, dopo anni che era ormeggiata, la nave è stata rilevata e trasferita a Genova per iniziare i lavori.

 

DA RIMORCHIO A YACHT DI LUSSO

L’obiettivo era quello di restaurare la “Tenace IIin modo da renderlo un yacht da riporto di lusso.
I controlli sono partiti dalle lamiere dell’opera viva per verificarne lo stato. Tramite della sabbia “sparata” ad alta pressione, si è riusciti a capire la sottigliezza dello spessore dell’acciaio e quanto fosse malridotto lo scafo. Per fortuna, quest’ultimo, era sano e salvo.
Per diventare uno yacht di lusso era necessario rimuovere il superfluo per fare spazio al nuovo.
Niente più gancio di traino né verricello di tonneggio.

RESTAURO TENACE II

 

Aggiunta molta modernità ed impianti di tutto rispetto: un sistema oleodinamico alimentato da due gruppi elettrogeni da 70 KW ciascuno.
La propulsione ausiliaria è stata realizzata inserendo al centro della pala del timone, un piede idraulico. Il piede ha un diametro di 600 millimetri ed una portata di 120 KW. La velocità nel caso di avaria del motore principale è di circa quattro nodi.

L’ECCELLENZA PER DARE NUOVA VITA

Molti sono i lavori di restauro commissionati al Cantiere Navale di Sestri. Periodicamente arrivano sempre più richieste di manutenzione, sverniciatura e controlli strutture e rimotorizzazione.
Dai Carabinieri alla Guardia Costiera fino agli armatori più esigenti.
Interventi accurati su varie imbarcazioni e tipologie anche su scafi in legno, alluminio, vetroresina o composito.
Un giro di voci che rende il Cantiere un punto importante per gli armatori di tutto il mondo.

restauro barche professionale

 

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LAVORI DI RESTAURO: GLI STEP

Quando viene commissionata una barca, il primo step si basa su una ricerca storica. Dalla ricerca viene realizzato un progetto insieme all’armatore per valutare quali operazioni effettuare e le loro soluzioni. Durante la fase di progettazione vengono eseguiti anche i rendering, le tavole progettuali dettagliate e i particolari costruttivi.
Ultimo, non meno importante, si redige un dettagliato capitolato con le specifiche delle opere da eseguire. Procedimenti che servono a riportare le imbarcazioni non solo ai loro antichi fasti ma anche a renderle dei capolavori odierni.

Per Fulvio Montaldo, presidente dei Cantieri Navali di Sestri, vale la regola: “Tratta bene un cliente e prima o poi scorgerai all’orizzonte la prua della sua imbarcazione
Ed è questa volontà di soddisfare il cliente a far sì che si instaura un rapporto di fiducia.