REFIT DI BARCHE E L’AUMENTO DELLE RICHIESTE DURANTE LA PANDEMIA

IL REFIT DI BARCHE, E L’AUMENTO DELLE RICHIESTE DURANTE LA PANDEMIA

La necessità di evadere durante la pandemia, ha fatto impennare gli acquisti di imbarcazioni e aumentare il refit di barche.
Grazie al distanziamento sociale e alla voglia di libertà, in molti hanno deciso di godersi il mare.
Dall’inizio della pandemia, un aumento degli acquisti di nuove barche medio-grandi e dei lavori di manutenzione e riparazione di barche

Cantieri Sestri

 

RISCOPRIRE LA NAVIGAZIONE DURANTE IL COVID-19

Tutte le limitazioni anti-Covid imposte nel corso del tempo, hanno favorito la riscoperta delle barche e soprattutto al loro rimessaggio.
Una rivincita verso il turismo a basso costo.
Se prima molta gente si spostava grazie agli aerei, durante la pandemia, la voglia di evasione, ha aumentato gli incassi del mercato delle barche piccole e medie.
La barca è una buona soluzione al problema del distanziamento sociale e a tutte le problematiche sociali legate al Covid.

Lo stesso Cantiere Navale di Sestri non ha smesso di lavorare, grazie al rimessaggio di tante unità intorno ai 10 metri. Piccole barche desiderose di riprendere il mare dopo una messa a punto.

cantieri navali di sestri

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Fulvio Montaldo, titolare del Cantiere Navale di Sestri, racconta l’esperienza vissuta durante l’inizio della pandemia.

“La crisi l’abbiamo sentita, come tutti, ma non ci ha messo in ginocchio. Anzi, c’è stato un fattore ‘sorpresa‘, ovvero il mercato delle barche piccole e medie. C’è stata una grossa fetta di persone che hanno capito e deciso che la barca sarebbe stata una buona soluzione al problema del distanziamento sociale e a tutti i problemi del Covid, e quindi abbiamo rimesso a posto tante barche.”

Più esigenze da parte degli armatori ma resta lo spirito. Il Cantiere Navale di Sestri ha dovuto modificare anche i loro protocolli per soddisfare i clienti.

Abbiamo avuto molti equipaggi che ci hanno imposto, ma lo avremmo imposto anche noi, il protocollo anti Covid. Vale a dire, in cabina a lavorare non più di due persone, sanificazione dei locali dopo ogni lavoro, etc. Mi è stata chiesta con una certa, e aggiungerei correttamente, severità l’applicazione dei protocolli e ho notato anche da parte degli equipaggi una certa sensibilità sul tema della sicurezza. Più da parte degli italiani che degli stranieri, ma tutti sono stati molto attenti.”